Commenda dei Cavalieri dell'Ordine di Malta

Commenda dei Cavalieri dell'Ordine di Malta - Vignanello

Commenda dei Cavalieri dell'Ordine di Malta - Vignanello
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Cristina
3 contribuições
5,0 de 5 círculos
jan. de 2020
Abbiamo passato l'inizio del Nuovo Anno alla Commenda affitando tutta la casa per noi (6 persone). Il posto è bellissimo e la cortesia di Nathalie straordinaria.
Feita em 5 de janeiro de 2020
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Ardelio_Loppi
Vasanello290 contribuições
5,0 de 5 círculos
dez. de 2016 • A sós
Esistono luoghi strani. Posti apparentemente uguali a molti altri, eppure pregni di qualcosa che ci colpisce nell'intimo scatenando le più svariate emozioni. Come se l'aria che li circonda trattenga ancora essenze e coscienze lontanissime nel tempo. E come se, ma qui si entra nel trascendente, la nostra presenza al loro cospetto non sia affatto dovuta al caso. Uno di questi luoghi è senza dubbio il complesso di Santa Maria di Centignano, meglio conosciuto come Commenda dei Cavalieri di Malta.
Fino a non troppo tempo fa la mancanza di studi limitava le notizie circa i due edifici che compongono il plesso al XV secolo, ma il fatto che fosse appartenuta all’Ordine del Cavalieri Templari lasciava comunque intuire la sua l’edificazione a cavallo dei secoli XII-XIII. Recentemente, studi della Facoltà di Architettura dell’Università La Sapienza hanno effettivamente confermato questo limes, focalizzandolo al 1212, grazie ad un elenco delle chiese di Viterbo citato in una pubblicazione dell’Ottocento (Le tombe dei papi in Viterbo e le Chiese di S. Maria in Gradi, di S. Francesco e di S. Lorenzo - Francesco Cristofori, Siena, 1887). Tuttavia il primo “commendatore” di cui si abbia notizia è tale Tiberio Capoferro (1520), fratello del governatore di Vignanello Domenico Capoferro. Dalle poche notizie giunte fino a noi si può inoltre asserire che la Commenda annoverava tra i suoi possedimenti la cappella oggi irrintracciabile di San Matteo. Possiamo inoltre sostenere, grazie ad un breve di Leone X (Centinano Comendam opulentissiman olim ordinis Hjerosolimit ani cum ecclesia et monisterio), che nel XVI secolo essa godette di notevole prestigio. Ma per capirne meglio l’attuale denominazione si deve necessariamente fare un salto indietro nel tempo.
Intorno all'anno 1050, a Gerusalemme nasceva l'Ordine dei Cavalieri di San Giovanni dell'Ospedale, noti anche come Cavalieri Ospitalieri o Cavalieri Gerosolimitani: lo scopo era di permettere la cura e l'assistenza ai pellegrini. Chiaro che dopo la Prima Crociata (1095), alla cura ed assistenza si andò a sommare la difesa armata dei pellegrini. I Cavalieri di San Giovanni divennero così il primo esempio di ordine monastico e al contempo guerriero; una formula che verrà adottata in seguito da altri simili ordini, nati in Terrasanta sulla scia dei Gerosolimitani, e dei quali il massimo esempio diventeranno i Templari (1119).
Nel 1291, con la caduta di San Giovanni d'Acri, ultimo baluardo cristiano in Terra Santa, l'Ordine Ospitaliere lasciò l'Oriente per stabilirsi prima sull'isola di Cipro e poi, dal 1310, sull'isola di Rodi. Da allora, assunta la nuova denominazione di Cavalieri di Rodi, per continuare a far fronte all'impegno di baluardo armato della Cristianità, l'Ordine si impegnò a costituire una potente flotta militare. Dopo il 1312, in seguito al terribile olocausto dei Templari orchestrato dal re di Francia Filippo IV “Il bello” e da papa Clemente V, i Cavalieri di Rodi ne ereditarono gran parte dei beni e dei possedimenti (tra cui la Commenda di Centignano).
Altra tappa cruciale è il 1523, anno in cui, dopo una strenua resistenza, i Cavalieri di Rodi furono costretti a cedere alla potenza militare di Solimano il Magnifico e ad abbandonare l'isola. Fu questo un momento triste e delicato a causa della sofferta ricerca di una nuova, dignitosa collocazione che preservasse la sovranità dell'Ordine anche in senso territoriale. Nel 1524, su precisa richiesta del Gran Maestro Villiers de l'Isle Adam a papa Clemente VII, nell'attesa di ottenere una stabile e definitiva residenza iniziò il periodo viterbese dell'Ordine. Quella di Viterbo quale sede transitoria non fu una scelta casuale in quanto qui i Cavalieri di Rodi possedevano già da tempo dei beni (ereditati come abbiamo visto dai Templari), e del Viterbese (Blera) era nativo Pasquale II, il papa che nel 1113 aveva emanato la bolla che li aveva visti nascere.
La "resurrezione" avviene nel 1530, allorché al prezzo simbolico della fornitura annuale di un falcone da caccia, il Regno di Sicilia concede in affitto perenne agli esuli l'isola di Malta. L'Ordine monastico degli Ospitalieri, poi Cavalieri di Rodi, si trasforma così in Ordine dei Cavalieri di Malta. Da questo momento essi si impegnano soprattutto a contrastare le navi corsare musulmane che infestano il Mediterraneo. La reazione non tarda però ad arrivare e, nel 1565, un'imponente flotta della Sublime Porta attacca l'isola. L'assedio si trascina per quattro mesi, poi, grazie all'intervento della flotta spagnola, i turchi si ritirano. Pochi anni dopo, nel 1571, i Cavalieri di Malta si distinguono nuovamente a fianco degli Spagnoli, dei Veneziani e delle truppe Pontificie nella battaglia di Lepanto, che, tappa cruciale delle secolari guerre arabo-cristiane, sbaraglia definitivamente la flotta ottomana. Eppure i prodi Cavalieri di Malta finiranno per capitolare. Non all'Islam, ma ad un còrso di nome Bonaparte mentre salpa l'acque verso la conquista dell'Egitto: è il 1798.
Ora che risulta più chiaro il quadro d'insieme delle vicissitudini dei Cavalieri di Malta, si può senz'altro capire meglio la denominazione della Commenda di Centignano. Che tuttavia, vista l'importante collocazione di crocevia con la vicina Via Amerina, potrebbe essere stata edificata come pieve di pellegrinaggio ancora prima del possesso templare. A queste considerazioni deve essersi ispirato l’ingegner Maurizio Grattarola, dotto esperto di storia locale, che propone Santa Maria di Centignano come la chiesa forse più antica della Tuscia.
Dopo la conquista napoleonica di Malta, la Commenda fu ceduta ai feudatari del luogo, i Marescotti, conti di Vignanello dal 1536. Qui visse il cardinale Galeazzo Marescotti che vi ebbe assiduo ospite, tra gli altri, il cardinale Antonio Pignatelli poi divenuto papa Innocenzo XII. Purtroppo alla Commenda è legato anche un episodio raccapricciante. A seguito di un attacco partigiano avvenuto a Vignanello, il 7 giugno del '44 i nazisti misero in atto una feroce rappresaglia che contò ben 42 vittime civili: alcune di queste furono fucilate proprio nella chiesa della Commenda.
Il complesso è stato acquistato a metà degli anni '70 del Novecento da don Guido d'Aquino di Caramanico, principe di Sansevero. Cosa curiosa è che molti dei suoi avi hanno vestito l'abito dell'Ordine di Malta, e che egli ignorava del tutto l'antica appartenenza melitènse del luogo. Altra curiosità è che la moglie, la principessa Nathalie Pignatelli di Montecalvo, è una diretta discendente del cardinale (poi papa) qui spesso ospitato nel XVII secolo dal Marescotti. Persino chi scrive può testimoniare un'ennesima "coincidenza". Intorno ai primi anni '70, ancora bambino, scoprii questo posto allora abbandonato all'incuria. Come resistere alla curiosità? Entrai così nella chiesa e vidi una selva di piccoli buchi sulle pareti. Erano le sventagliate di mitra di quel lontano 1944. E sì, esistono luoghi davvero strani.
Le antiche dimore evocano sempre le più disparate suggestioni. Se poi sono appartenute ai Templari, come in questo caso, con tutto quello che nell'immaginifico questo può significare, allora è davvero difficile tenere a bada la fantasia. Ma non finisce qui. Tra gli avi degli attuali proprietari della Commenda di Centignano risultano personaggi decisamente non da meno, in quanto a suggestioni, dello sciagurato Ordine fatto a pezzi nel 1314 dal re di Francia Filippo IV e dal suo degno "compare" Clemente V. A cominciare da San Tommaso d'Aquino, il Doctor Angelicus, considerato uno dei principali pilastri teologici e filosofici della Chiesa. Paradossalmente, tuttavia, dopo un santo tra questi antenati assurti a fama imperitura ci sono anche due celebri negromanti: Raimondo di Sangro principe di Sansevero e Luigi d'Aquino. Il primo, esoterista, alchimista e letterato, noto anche per il restauro "massone" della famosa cappella di Santa Maria della Pietà, a Napoli, della quale ancora oggi non si riesce a venire a capo di molti misteri, uno su tutti la realizzazione materiale della celebre statua del Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino. Il secondo, Luigi d'Aquino, addirittura maestro del fondatore della Massoneria di Rito Egizio: il famigerato Conte di Cagliostro. Tornando alla Commenda, a chiudere il cerchio in quanto a suggestioni è la leggenda del Cavaliere del Melograno, vale a dire il fantasma di colui che, intorno alla fine del '400, avrebbe fatto erigere la cappella come ringraziamento per aver superato un momento particolarmente drammatico della sua vita. Ebbene, non sono pochi i contadini dei dintorni che giurano di averlo visto, sul suo nero destriero, galoppare nei loro "nocchieti" (non è dato sapere se prima o dopo la raccolta :).
Ora che don Guido non c'è più, il trait d'union tra passato, presente e futuro della Commenda è il giovane figlio Filippo, che sente profondamente il vincolo quasi ombelicale che lo lega a questo posto. Proprio da lui è quindi partito l’input del recente restauro, finalizzato anche alla sua valorizzazione a fini turistici. Con lo sguardo ad un turismo di qualità che possa apprezzare e forse soprattutto, "sentire", l'energia trascendente di cui la Commenda è ammantata.
Feita em 25 de fevereiro de 2017
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*Geralmente se esgota: com base em dados sobre reservas e nas informações do fornecedor nos últimos 30 dias, é provável que esta experiência se esgote na Viator, uma empresa do Tripadvisor.
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